Caduti nella rete

L’apprendimento è un’esperienza che parte dalle mani

Il corpo e le sue attività senso-motorie sono al centro della cognizione per tutta la vita, sia che si tratti di apprendimento diretto nelle prime fasi dello sviluppo, sia che si debba ricorrere alle sue competenze in seguito, visto che molte azioni e risoluzioni di problemi avvengono inconsciamente grazie all’aver incarnato le condotte intelligenti del…

Il corpo e le sue attività senso-motorie sono al centro della cognizione per tutta la vita, sia che si tratti di apprendimento diretto nelle prime fasi dello sviluppo, sia che si debba ricorrere alle sue competenze in seguito, visto che molte azioni e risoluzioni di problemi avvengono inconsciamente grazie all’aver incarnato le condotte intelligenti del corpo, o hanno bisogno di fare ricorso alle esperienze e alle conoscenze corporee per risolvere problemi che richiedono l’uso di competenze razionali, logiche e formali.

La mano è veramente al centro di questa riflessione sul corpo che sa e apprende, perché è sia un organo motorio che sensoriale, è sia attiva nell’esplorazione degli stimoli che ricettiva nella definizione delle loro caratteristiche: dal punto di vista sensoriale, è come la fovea del sistema somato-sensoriale, cioè quello che ci fa percepire il dolore, la temperatura, la propriocezione, il tatto e la pressione.

È la mano infatti a esplorare il mondo toccando, afferrando e manipolando gli oggetti, proprio come la retina con la sua fovea esplora con la visione il mondo spostandosi da un punto focale all’altro.

Inoltre, il sensorio e il motorio creano un sistema di ciclo virtuoso di apprendimento in cui si rendono potenzianti l’un l’altro, perché il movimento degli oggetti dà informazioni utili ai recettori delle dita sulla forma e le caratteristiche dell’oggetto e le dita, in cambio, gli permettono di controllare i propri movimenti. Esiste un continuum senso-motorio nella mano che va dalla capacità sensoriale a quella motoria, dalla capacità di sentire — il cosiddetto tatto — per passare alla percezione aptica, alla prensione e ai movimenti non prensili. Gibson ha definito il sistema aptico (ἅπτω in greco significa toccare) come la capacità di scoprire le qualità sensoriali di ciò con cui entra in contatto la mano con una attività di esplorazione spaziale attiva. Questa esplorazione permette di riconoscere la struttura, la superficie, la forma, la durezza, il peso, il volume, la temperatura degli oggetti.

Sono le capacità sensoriali e motorie della mano che danno alla mente la possibilità di avere informazioni (è caldo/è freddo, è lungo/è corto) ma anche, più in generale, di possedere quelle categorie (posizione/ estensione/numero, ecc.) su cui hanno riflettuto tutti i pensatori della tradizione occidentale.

Fonte: Andrea Lupi per Mondo Erickson