Cosa c'è nel piatto

C’è intolleranza e intolleranza

A crescere non sono le intolleranze ma l’offerta di metodi diagnostici privi di credibilità scientifica e validità clinica.

Tratto dalla rivista “Le Scienze” – dicembre 2019 – Rubrica “Pentole & Provette” di D. Bressanini

Lo spiega un documento preparato dalle principali società di allergologia e immunologia clinica https://www.siaip.it/upload/1985_Documento_Alimentazione_e_stili_di_vita_.pdf

Allergie alimentari e intolleranze sono spesso confuse: l’allergia è una reazione avversa dell’organismo che coinvolge il nostro sistema immunitario attraverso anticorpi specifici che intercettano la sostanza come una “minaccia”. Ne sono un esempio pesce, crostacei, frutta a guscio, arachidi, latte vaccino, grano, uova e soia.

Un test diagnostico semplice è il prick test che consiste nell’applicare sulla cute dell’avambraccio una goccia di allergene, pungendo leggermente. Se nel giro di pochi minuti si manifesta un leggero rigonfiamento pruriginoso simile ad una puntura di zanzara significa che si è allergici alla sostanza inoculata.

Le intolleranze al contrario si manifestano prevalentemente a livello intestinale e non sono dovute ad una reazione del sistema immunitario. Quelle scientificamente riconosciute sono pochissime come quella al lattosio per cui non viene prodotto l’enzima lattasi, in grado di scindere il lattosio in glucosio e galattosio.

IgG4, Vega, Alcat, bioscreening, Dria test, Sarm test, Mora test e tanti altri citati nell’articolo sono fra i test più diffusi senza alcuna prova di attendibilità scientifica indicando, nella migliore delle ipotesi, una normale risposta del sistema immunitario all’esposizione di un certo alimento. A costi che variano fra i 70 e i 200€.

Se pensate di essere allergici o intolleranti a un alimento meglio rivolgersi ad uno specialista.